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SOS Didattica #1 - Lezione ibrida, si salvi chi può?

  • Autorenbild: Elisa
    Elisa
  • 8. Apr. 2022
  • 4 Min. Lesezeit

Aktualisiert: 8. Mai 2022

Se durante il periodo più duro del lockdown la preoccupazione principale di noi insegnanti è stata "come raggiungo i miei studenti senza farmi fermare da uno schermo?", ora abbiamo alzato ancora di più l'asticella e ci troviamo a fare i conti con una situazione mista (ibrida, per l'appunto), lavorando, cioè, con parte della classe seduta in aula e parte in collegamento virtuale da casa. Già, ma come fare?


Didattica ibrida

Per mesi ho cercato in tutti i modi di limitare il più possibile questo tipo di didattica, bollandola come "lo spauracchio dell'insegnamento in tempi covid". Avevo, infatti, la netta impressione che frustrasse sia chi era collegato col computer, sia chi si trovava fisicamente in classe, sia me come insegnante - che tornavo a casa stanchissima e con mille "se" e "ma", seguiti da intricate ipotesi su come avrei potuto gestire meglio l'interazione, illustrare meglio questo o quel concetto, e così via - un ulteriore fattore di stress che si andava a sommare a una situazione già di per sé stressante!


Non posso dire di aver deciso a un certo punto di "prendere il toro per le corna", perché sarebbe una bugia, ma semplicemente non ho potuto più fare a meno di ricorrere a questa modalità d'insegnamento e, quindi (come si suol dire), essendo in ballo, ho iniziato a ballare! A tavolino, insomma, ho iniziato a raccogliere idee, a cercare di capire quale fosse il miglior uso possibile degli strumenti che avevo disposizione (computer, videocamera, casse, cuffie, piattaforme per l'e-learning, app, ...).


Per brevità, vi riporto qui di seguito non i (tanti, ahimè) tentativi naufragati, ma le idee più interessanti che ho avuto modo di sperimentare sul campo con i miei studenti (che ringrazio di cuore, per la pazienza e per la perseveranza nel voler comunque ogni volta tentare) e che propongo in una comoda lista per punti.

  1. la piattaforma Zoom: si tratta di uno strumento versatile ed efficace che mi sento di consigliare, perché permette di condividere lo schermo anche in un'aula in cui sia presente solo un proiettore, una lavagna virtuale o un televisore. Così facendo, infatti, non solo gli studenti a casa, ma anche quelli in classe avranno accesso agli stessi materiali e potranno "guardarsi in faccia" attraverso le videocamere. Inoltre, Zoom permette anche la condivisione dell'audio con tutti i partecipanti (virtuali e non), rendendo fattibili attività di ascolto o di visione collettiva di un video;

  2. la videocamera: a seconda della qualità del vostro computer portatile, potete usare in classe la videocamera direttamente installata sul vostro PC, mentre agli studenti a casa sarà richiesta l'accensione della propria. In alternativa, su qualunque rivenditore online, potete trovare delle videocamere portatili di buona qualità già intorno ai 20 euro, da collegare al vostro portatile attraverso una normalissima porta USB;

  3. i gruppi di lavoro: con gli studenti in classe, potete semplicemente fare come avete sempre fatto, spostando cioè banchi e sedie fino ad arrivare alla disposizione desiderata. Con gli studenti a casa, invece, potete creare delle "breakout rooms", cioè delle stanze virtuali in cui possano lavorare insieme, ma senza essere disturbati dai rumori provenienti dall'aula o disturbare i compagni a loro volta. E nel caso di gruppi di lavoro misti (costituiti, cioè, da uno studente a casa e due in aula, ad esempio)? Ho utilizzato un piccolo strategemma: tempo fa, in occasione del Black Friday, avevo comprato una cassa portatile JBL di piccole dimensioni a un prezzo davvero stracciato (sempre intorno ai 20 euro) e, proprio con questo strumento collegato al PC tramite bluetooth è stato, infatti, possibile "spostare" lo studente virtuale in questo o quel gruppo senza l'intralcio di ulteriori cavi e permettere ai membri fisicamente presenti in aula di regolare manualmente (schiacciando semplicemente i tasti "+" e "-" della JBL) "la voce" del compagno a casa, che ha potuto interagire verbalmente, svolgendo l'attività, senza disturbare gli altri o esserne disturbato.

  4. la lavagna: esistono più possibilità per utilizzare questo fondamentale strumento didattico, a seconda di come siete più comode/i a lavorare. Potete semplicemente posizionare la videocamera in modo tale da inquadrare la lavagna fisica su cui andrete a scrivere con pennarelli o gesso (attenzione, però, perché così facendo potreste perdere il contatto visivo tra studenti a casa e studenti in classe!); in alternativa, potete usare un file word.doc o txt. su cui scrivere direttamente dal vostro computer, che sarà visibile a tutti i partecipanti tramite la condivisione schermo (attenzione, però, perché così facendo potreste sentirvi un po' limitate/i nell'espressione della vostra creatività - sottolineature, frecce, tabelle, risultano un po' macchinose, anche se fattibili!); infine, potete usare la funzione "lavagna virtuale" presente nella piattaforma Zoom e resa fruibile attraverso la condivisione schermo che, con un po' di pratica, potrà permettervi non solo di scrivere con diversi colori, ma anche di disegnare e/o veicolare contenuti come avete sempre fatto;

  5. le attività: il periodo di lockdown ci ha aperto le porte alla didattica digitale e all'utilizzo di tutti i tipi possibili di media all'interno della lezione di lingua (dai video, agli ebook, ad applicazioni didattiche come Kahoot, Quizlet, LearningApps e così via), quindi perché non continuare a impiegare comunque tutta questa strumentazione gratuitamente disponibile in rete per arricchire le nostre lezioni, rendendole più interattive? L'integrazione tra didattica presenziale e virtuale è, infatti, la caratteristica principale della modalità ibrida, quindi nulla vieta di fare altrettanto per le attività didattiche (con moderazione, naturalmente, valutando classe per classe e volta per volta). Mi è capitato, ad esempio (come già chiarito nella sezione "Materiale didattico"), di usare le classiche flashcard di Quizlet per lavorare con gli aggettivi al grado comparativo, di lanciare un dado virtuale per un gioco dell'oca grammaticale oppure di usare le immagini Dixit presenti su Pinterest per un'attività di storytelling focalizzata sulla competenza narrativa e sull'alternanza tra aspetti perfettivi e imperfettivi.

Bene, queste sono le idee che sono venute in mente a me e che in classe hanno ottenuto il favore dei miei studenti (universitari, adulti e anziani), finalmente non più così spaventati dalla didattica ibrida. E voi? Vi siete mai confrontate/i con questa modalità mista? Com'è andata? Se volete, fatemelo pure sapere nei commenti!

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