SOS Didattica #3 - Una proposta didattica con ChatGPT
- Elisa
- 6 mag 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Dal momento del suo lancio a novembre 2022, ChatGPT è sulla bocca di tutti: amato, temuto, sfruttato per alleggerirci il lavoro di tutti i giorni o addirittura severamente vietato, si tratta in ogni caso di uno strumento che non possiamo ignorare, a maggior ragione se ci occupiamo di insegnamento di una lingua straniera.
Anche io, quindi, come insegnante e formatrice linguistica, dopo essermi un po' informata, ho voluto provare a utilizzare questo strumento nelle mie lezioni di italiano. Avendo ottenuto dei risultati interessanti, vorrei presentarvi in questo post una breve proposta didattica che prevede l'utilizzo di ChatGPT da realizzare con i vostri studenti.

Prima qualche parola su ChatGPT
Come abbiamo forse imparato in questi mesi, si tratta di un chatbot (GPT sta per "generative pretrained transformer") che, a partire da una richiesta scritta (chiamata "prompt"), è in grado di generare testi ogni volta diversi in risposta alle nostre indicazioni. In parole povere, potete intavolare una specie di conversazione virtuale per iscritto tra voi e l'intelligenza artificiale, che produce delle risposte plausibili a partire dalle informazioni contenute nel suo immenso database (trovate un'ulteriore approfondimento, ad esempio, su La Repubblica: "Come funziona l'intelligenza artificiale che scrive temi e risolve equazioni" e "Come si usa ChatGPT").
In realtà, non si tratta di nulla di nuovo: dal correttore automatico del telefono, agli algoritmi che ci suggeriscono quale canzone Spotify ascoltare o quale serie TV Netflix vedere in base ai nostri precedenti ascolti o alle nostre precedenti visioni, sono anni che abbiamo a che fare con l'IA (intelligenza artificiale) senza nemmeno rendercene conto.
La curiosità nei confronti di questo "nuovo" prodotto (attualmente ancora gratuito), però, ha suscitato un vero e proprio tsunami mediatico. In molti hanno, infatti, subito colto le enormi potenzialità di ChatGPT - per quanto riguarda il mio ambito di lavoro, ad esempio: ci può aiutare a riassumere testi, a semplificare testi, a correggere sviste ortografiche in un testo, a redigere bibliografie, a raccogliere idee, a spiegare qualcosa di non chiaro, a trovare esempi, a tradurre un testo in un'altra lingua, e molto, molto altro. In altrettanti, però, hanno visto in queste stesse potenzialità anche enormi rischi: permetterebbe, infatti, agli studenti di delegare il lavoro cognitivo necessario a riassumere un testo, eviterebbe loro lo sforzo di rileggere un compito alla ricerca degli errori d'ortografia oppure fornirebbe loro la scorciatoia ultima per elaborare testi scritti in una lingua straniera, traducendo cioè direttamente dalla loro madrelingua con risultati abbastanza soddisfacenti (sulla scia di DeepL e di altri traduttori automatici già in rete da tempo).
Ma siamo sicuri che ChatGPT non possa essere utilizzato anche in modo aperto e trasparente insieme ai nostri studenti come aiuto per il miglioramento della loro competenza linguistica, senza tuttavia nuocere allo sviluppo del loro pensiero critico?
Questo lungo preambolo, infatti, fa un po' da introduzione all'attività che ho condotto con un gruppo di apprendenti adulti e anziani germanofoni di livello A2+ in un corso online e che vorrei presentarvi.
La mia proposta didattica per l'uso di ChatGPT
Al termine di un'unità didattica preparata da me e focalizzata sulla città di Trieste, dove abbiamo parlato della storia di questa città, delle sue caratteristiche climatiche (la Bora) e paesaggistiche (l'altopiano del Carso), del versante gastronomico (il caffè, le "osmize") e dei suoi monumenti e delle sue attrattive turistiche più famose, abbiamo lavorato sulla canzone "Trieste" di Sergio Endrigo. Dopo aver ritrovato nella canzone tutti gli spunti tematici (lessicali, grammaticali, contenutistici, ...) visti in precedenza, ho chiesto ai miei corsisti di immaginare di dover scrivere loro una canzone sulla loro città (Graz, in questo caso).
Trattandosi di un livello ancora abbastanza basso di padronanza della lingua, infatti, mi hanno subito detto che sarebbero stati molto felici di mettersi alla prova, ma un po' insicuri sul risultato finale, sulle eventuali difficoltà nel produrre un testo quasi letterario in italiano. Ed è qui che ChatGPT è entrato in gioco!
Anziché lavorare direttamente sulla canzone, infatti, abbiamo lavorato sulle caratteristiche che questo testo avrebbe dovuto avere: abbiamo scritto insieme il "prompt". Per elencarmi ad esempio i modi verbali che avrebbero voluto usare (presente, passato prossimo, imperfetto, imperativo) e/o le parole legate alla città di Graz, hanno dovuto riflettere sulle loro competenze grammaticali e lessicali pregresse. Poi siamo passati al versante culturale, discutendo oralmente sulle caratteristiche della città di Graz: l'atmosfera "mediterranea", il clima, il cibo (l'olio di semi di zucca), la lingua ("per favore, usa almeno una frase in dialetto"). La canzone avrebbe, infine, dovuto avere un ritmo vivace, ma rilassato, come la città, senza però essere "troppo viennese" come un valzer.
Nella lezione successiva alla creazione del prompt ho presentato loro due versioni diverse della "canzone su Graz" create da ChatGPT e ho chiesto loro di rispondere alle seguenti domande:
secondo te, quale testo descrive meglio la città di Graz? Perché?
secondo te, manca qualche informazione importante? Perché (no)?
vuoi aggiungere o correggere una parola/un'espressione della canzone? Quale, come e perché?
Così facendo, abbiamo intavolato una discussione in italiano che: li ha motivati (la canzone effettivamente è stata prodotta secondo i loro desideri); ha stimolato la riflessione sulle loro attuali competenze linguistico-comunicative; attraverso l'elaborazione del promt, la lettura dei due testi e la loro correzione, ha rafforzato l'uso di lessico e di strutture grammaticali a loro note; ha favorito lo scambio di idee e opinioni nella lingua-target; attraverso il confronto tra i due testi, ha promosso il pensiero critico, senza "delegare" in toto il lavorio cognitivo all'intelligenza artificiale.
In conclusione, posso dire che questa prima esperienza d'uso sul campo di ChatGPT con i miei apprendenti mi ha invogliata ad approfondire ulteriormente le potenzialità didattiche di questo strumento, non solo visto come macchina "diabolica" in grado di sostituire i nostri studenti nello svolgimento di alcuni compiti "difficili", ma come una risorsa in più a loro (e a nostra) disposizione per sostenere la loro creatività, la loro motivazione e, in definitiva, la loro competenza d'uso in una lingua straniera.
E voi? Avete mai provato a usare ChatGPT in classe? Sono curiosa di leggere la vostra opinione e/o le vostre esperienze nei commenti!
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