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SOS Didattica #6: Piccole imprese, ovvero come intervistare in modo semplice proprietari(e) di business italiani all'estero nella loro lingua

  • Writer: Elisa
    Elisa
  • Mar 26, 2024
  • 5 min read

Come sapete, da settembre 2023 ho aggiunto un altro tassello al colorato puzzle di incastri, incontri ed esperienze che è stata finora (e spero continuerà a essere!) la mia carriera professionale come insegnante, formatrice e lettrice di lingua&cultura italiana all'estero.

Ho infatti iniziato a lavorare part-time a Villaco (sempre in Austria, ma nel Bundesland accanto) presso la Facoltà di Economia e Management dell'Università di Scienze Applicate della Carinzia (CUAS), in particolare insegnando italiano nei corsi di Laurea triennale in Management interculturale (ICM) e nei corsi di Laurea magistrale in Management e business internazionale (IBM). Il che significa che le mie studentesse e i miei studenti imparano l'italiano per lavorare in futuro a contatto con aziende e clienti che parlano inglese, tedesco e... italiano - un bel cambiamento e una bella sfida rispetto alla mia precedente esperienza!


Proprio in considerazione del focus molto forte sull'efficacia comunicativa e sull'esperienza di prima mano a contatto con il mondo del business (in) italiano, ho cercato di seguire il prima possibile la strada già tracciata dalla precedente lettrice Dr. Karin Martin e di proporre fin dal primo semestre un'attività pratica sul campo, che potesse aiutare studentesse e studenti a immergersi nella realtà locale di Villaco e specialmente a scoprirne il carattere plurilingue e interculturale. Trattandosi di una zona di confine tra Austria, Italia e Slovenia, infatti, esistono parecchie piccole imprese, negozi, osterie e ristoranti gestiti da italiani (e non) che arricchiscono il tessuto economico (e linguistico!) della zona. Insomma, un panorama tutto da scoprire...


La foto di gruppo con le studentesse e gli studenti di ICM insieme a una dei proprietari della Pescheria Miramare di Villaco
Le studentesse e gli studenti di ICM insieme a una dei proprietari della Pescheria Miramare di Villaco

Ho già descritto nel dettaglio l'attività che ho proposto al gruppo di studentesse e studenti internazionali del 1° semestre (provenienti da Angola, Russia, Slovenia, Stati Uniti, Sud Africa e che hanno iniziato a imparare l'italiano solo in ottobre) nell'articolo in inglese che ho pubblicato direttamente sul sito ufficiale di CUAS, ma vorrei ripercorrerne le tappe più importanti anche in questo post, questa volta in italiano.


Come chiarito dal titolo, infatti, le ragazze e i ragazzi hanno avuto l'opportunità di intervistare i proprietari di tre piccole imprese italiane a Villaco nella lingua degli esercenti, mettendo cioè alla prova le loro conoscenze linguistiche di base, ma, soprattutto la paura di parlare in una lingua che non è ancora al 100% familiare per loro. In tedesco, si direbbe che li ho fatti "ins kalte Wasser springen", cioè saltare nell'acqua ghiacciata e fuori dalla zona di comfort... ed è stato proprio così!

Dal punto di vista emotivo, l'attività aveva innanzitutto l'obiettivo di rompere il ghiaccio, uscendo per la prima volta dalla classe e attivando le competenze acquisite. Secondariamente è servita per confrontarsi con il timore del giudizio legato all'esprimersi in una lingua nuova, che si conosce in modo limitato, e per riflettere sulle emozioni che leghiamo a ciascuna delle "nostre lingue". Affinare, quindi, il grado di (auto)consapevolezza relativa al livello di padronanza e "capacità di azione" in ciascuna delle lingue (italiano, inglese, tedesco, sloveno, portoghese, russo, afrikaans, ...) parlate dal gruppo di partecipanti è stato tanto importante quanto il comunicare in lingua target.


Per questo motivo, in modo tutt'altro che improvvisato, in classe abbiamo preparato l'esperienza nel dettaglio prima della sua realizzazione e discusso insieme dopo la sua conclusione.

Con l'aiuto prezioso di due coetanei madrelingua italiani, infatti, la classe ha stilato una lista preventiva di domande semplici da porre agli esercenti italiani, in cui ha incluso:

  • l'ambito situazionale di condivisione del registro linguistico e/o delle modalità di azione (Va bene usare il tu o il Lei? Possiamo registrare l'intervista?, ...),

  • quello personale (Come ti chiami? Da dove vieni? Quanti anni hai? Vivi da tanto in Austria? Ti piace Villaco? Perché?, ...),

  • quello professionale (Com'è la giornata tipica per te? I clienti sono italiani o austriaci? Quante ore lavori? Quanti dipendenti hai?, ...)

  • e quello linguistico (Che lingua parli al lavoro? E a casa? Parli dialetto? Quale? Capisci il dialetto carinziano?, ...).


Successivamente ho suddiviso il piccolo gruppo in ulteriori coppie e ciascuna ha avuto il compito di scegliere alcune domande dalla lista condivisa e concretamente intervistare un imprenditore italiano o un'imprenditrice italiana, supportandosi a vicenda. Le altre colleghe e gli altri colleghi nel frattempo hanno preso appunti e potuto fare domande extra.

A poco a poco è nata così un'interazione plurilingue, in cui gli esercenti hanno condiviso con piacere una grande quantità di informazioni - per lo più in italiano, ma occasionalmente anche nel loro dialetto e/o in tedesco. L'obiettivo era sì, mettersi alla prova, ma anche e soprattutto capire chi fossero le persone e i professionisti che ci stavano di fronte, e che gentilmente avevano messo a disposizione il loro tempo per l'attività!

Le studentesse e gli studenti hanno potuto così fare esperienza diretta e approfondire la vita personale, le lingue parlate con i familiari, gli amici e i clienti (austriaci, italiani e internazionali), nonché le prospettive di business di questi esercizi commerciali italiani a Villaco: perché un proprio a Villaco? È difficile essere proprietario/a di una piccola impresa italiana in Carinzia? I prodotti sono italiani? Quanto costa importare i prodotti? O sul versante linguistico-culturale, per la prima volta, le ragazze e i ragazzi hanno sperimentato la differenza tra Nord e Sud, tra l'italiano regionale, lo "standard che non esiste" e i dialetti, per non parlare della componente gestuale e prossemica degli intervistati... Differenze sostanziali all'interno di uno stesso Paese (l'Italia), del quale viene tramandata una ricchezza immateriale inestimabile e, di conseguenza, argomenti stimolanti da confrontare sia con il contesto austriaco in cui sono immersi che con i loro Paesi di origine.


Queste scoperte, infine, sono state così dirompenti da trovare spazio perfino sui canali social ufficiali del programma di studi ICM! Le storie su Instagram hanno ripercorso, infatti, il viaggio del gruppo di partecipanti "da Foggia a Trieste" attraverso le strade di Villaco con video e didascalie in inglese e italiano.


Storie Instagram che mostrano l'esperienza delle interviste e alcune foto dei protagonisti dell'attività didattica
Le protagoniste e i protagonisti dell'esperienza didattica (foto e storie sul canale Instagram di ICM)

Per concludere, è stato interessante per me proporre un'attività dinamica ed esperienziale a contatto con la realtà vera della comunicazione plurilingue nel mio nuovo contesto di lavoro. Questo mi ha infatti permesso di approfondire il legame personale con Villaco e la Carinzia, posti nuovi, che prima di settembre non avevo mai preso in considerazione come possibili luoghi del cuore. In questo senso, insegnare significa davvero imparare ogni giorno qualcosa di nuovo!

Infine, vedere il gruppo di ragazze e ragazzi riflettere sulle implicazioni interculturali della presenza italiana in Carinzia e nella zona di confine, ha ribadito ancora una volta il motivo per cui il programma ICM pone così tanta attenzione sullo sviluppo parallelo dell'italiano e del tedesco, lingue che insieme, in questo specifico contesto, ampliano, approfondiscono e arricchiscono il focus economico del curriculum di studi.

Spero dunque, anche in futuro, di continuare a realizzare altre esperienze di questo tipo insieme al mio gruppo di internazionali, diffondendo e promuovendo la lingua-cultura italiana all'estero, nella convinzione che l'incontro con "l'altro" ci possa rendere cittadini del mondo sempre più aperti e consapevoli!


Un grazie speciale va naturalmente a Carlo della pizzeria Panperfocaccia, a Michele dell'osteria AMore italiano e a Sara della Pescheria Miramare per la loro disponibilità e per aver offerto così tanti spunti di riflessione, di discussione e di apprendimento. Resto, però, naturalmente a disposizione per ulteriori scambi e collaborazioni a Graz, a Villaco, nel Friuli-Venezia Giulia e dintorni. Se interessati/e, scrivetemi pure nei commenti o nel form di contatto. Un caro saluto e a presto!

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